Piemonte, politica e industria a confronto su proroga legge Gap (Gioconews settembre 2017)

Mentre incombe la scadenza del 1° dicembre, gli operatori del gioco chiedono proroga della legge sul Gap del Piemonte e la politica s’interroga sull’attuazione.

Passano i mesi e si avvicina a grandi passi il 1° dicembre, data in cui diventerà effettiva la legge regionale del Piemonte contro il Gap, con un’espulsione del gioco legale sul territorio stimata, secondo alcuni studi, intorno al 99 percento. Per scongiurare tale scenario, gli operatori del settore stanno lavorando per ottenere una proroga dell’attuazione della normativa ma la maggioranza nicchia. Ecco quali sono le prospettive secondo il consigliere regionale Pd Nadia Conticelli e i rappresentanti delle associazioni As.Tro e Sapar, intervistati da Gioconews.it.

CONTICELLI: “INTERROGAZIONE SU EFFETTI LEGGE” – Non vede grossi margini d’azione il consigliere Pd Nadia Conticelli. “Domani, 19 settembre, presenterò agli assessori competenti un’interrogazione sulle modalità di attuazione della legge regionale, che dovrà seguire un piano regionale, in quanto ci sono alcuni punti che richiedono un regolamento, altri soggetti a possibili ‘interpretazioni’, come nel caso della difficoltà per le tabaccherie di spostare la propria attività o la definizione precisa di ‘luoghi sensibili’ come le associazioni e i centri giovanili. Poi dovremmo promuovere percorsi di formazione per gli esercenti, supporti per gli operatori. Su questa parte siamo un po’ in ritardo, per le battute d’arresto determinate dai vari ricorsi pendenti al Tar. Ma, nonostante questo, non sono d’accordo su una proroga vera e propria all’attuazione della normativa vigente: sarebbe bastato, durante la stesura della legge, proporre termini più lunghi e credibili. Su alcuni temi si può pensare a un ‘accompagnamento’ da parte della Regione e dei Comuni, perché quanto previsto dalla legge sia effettivamente realizzato, non per una questione burocratica, o per incassare i proventi delle multe ma per realizzare concretamente le finalità della legge. Per ottenere un cambiamento davvero forte, senza demonizzare i gestori, senza opporre come si fa sempre la salute all’occupazione come fosse una specie di ricatto. E’ sbagliato, perché sono due temi importanti, da perseguire insieme. Le multinazionali facciano pure ricorso: il costo per la presa in carico di ogni malato di Gap è di circa 2-3mila all’anno, se ne avessimo meno investiremmo gli stessi soldi nelle politiche attive per il supporto al lavoro. E non è affatto vero che chiuderanno il 99 percento delle attività di gioco”.
AS.TRO: “IMPEGNO ANCHE IN EUROPA” – Sul fronte degli operatori a lanciare un appello al buon senso è Mario Negro, presidente onorario di As.tro, che ha deciso di chiedere alla Regione Piemonte una proroga dell’entrata in vigore degli effetti della legge regionale. “A breve è previsto un incontro con i rappresentanti regionali del Pd per avanzare questa richiesta, inoltre vogliamo capire se organizzare un nuovo incontro fra l’industria del settore e la politica, dopo quello dello scorso aprile, con un pubblico di oltre 600 persone, magari invitando anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, rappresentanti della Regione Piemonte e il sindaco di Torino Chiara Appendino, nella speranza di non dover arrivare ad uno sciopero delle aziende, che non possono chiudere senza battere ciglio. Grazie ad uno studio coordinato dall’avvocato Geronimo Cardia, confrontando le planimetrie, abbiamo dimostrato che nelle città di Torino e Chieri con l’attuazione della legge regionale e delle misure previste dal’accordo sul riordino in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni praticamente dovremmo togliere il 99 percento degli apparecchi installati oggi, con conseguenze forti sia sull’occupazione del settore sia sulle casse dello Stato per i mancati introiti erariali. In più, senza l’offerta legale il rischio è che si crei un tipo di offerta alternativa”.
Oltre alle azioni “in patria” l’associazione As.Tro prosegue il suo impegno contro le normative “espulsive” anche al di fuori dei confini nazionali. “A livello europeo stiamo aspettando una risposta alla petizione presentata all’ufficio della Commissione Europea il 18 aprile. Da allora ci sono sei mesi di tempo per avere la risposta, che quindi dovrebbe arrivare ad ottobre. Sul tema si sta muovendo l’europarlamentare Alberto Cirio (Forza Italia – Ppe). Sarebbe importante se ci fosse un rimprovero dalla Commissione Ue alla Regione Piemonte e di conseguenza anche alle altre regioni per come stanno affrontando il problema Gap, con una disparità di misure da un territorio all’altro. Ci sono tutti i termini necessari per ottenere questo rimprovero, perché è assurdo che Regioni e Comuni si comportino tanto diversamente l’uno dall’altro”.
SAPAR: “DIALOGO CON LE ISTITUZIONI” – Dello stesso tenore le dichiarazioni di Davide Maria Valenzano, rappresentante dell’associazione Sapar. “Stiamo cercando un dialogo con le istituzioni che ci hanno promesso di riceverci al più presto, stiamo vedendo di capire quale sono la diferenze fra la legge regionale e l’accordo stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni e se si possono sposare queste due filosofie. Dover togliere tutti gli apparecchi il 1° dicembre, significherebbe la morte del comparto e con licenziamenti per 15mila lavoratori.
Stiamo spingendo per ottenere la progoga dell’attuazione della normativa regionale per fare chiarezza fra ciò che chiedono la Regione e lo Stato cercando di trovare un punto comune ma è difficile che arrivi ad un accordo che accontenti tutti.
Il nostro è un grido accorato per far sì che la situazione possa essere gestita meglio senza dover vedere famiglie ed aziende ridotte alla disperazione, anche perché l’effettiva attuazione della legge regionale riconsegnerebbe il territorio all’illegalità, questa non è una legge territoriale ma espulsiva che è frutto di una diatriba tra Stato e Regioni, un atto di forza delle Regioni contro lo Stato centrale che sicuramente non ha mai ascoltato le richieste dei territorio, bisognava gestirlo prima e con più attenzione”.
COSA PREVEDE LA LEGGE DEL PIEMONTEApprovata nell’aprile 2016, la legge piemontese sul Gap prevede il varo del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico che il Consiglio regionale dovrà approvare, su proposta della Giunta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Piano dovrà – tra l’altro – promuovere interventi per aumentare la consapevolezza sulla dipendenza correlata al gioco per i giocatori e le loro famiglie; favorire un approccio consapevole, critico e misurato al gioco; informare sull’esistenza di servizi di assistenza e cura svolti da soggetti pubblici e del terzo settore sul territorio regionale e sulle modalità d’accesso; informare i genitori e le famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line; prevedere interventi di formazione e di aggiornamento, obbligatori ai fini della prosecuzione dell’attività, per i gestori e il personale delle sale da gioco e delle sale scommesse e pianificare campagne annuali d’informazione sui rischi e sui danni derivanti dalla dipendenza dal gioco. Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire il disturbo da gioco – poi – è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie.
Per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica – poi – entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge i Comuni dovranno disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite slot machine per una durata non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto, all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse, degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico.


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