Cardia (Acadi): “Senza la stabilità del sistema concessorio, non potremo più finanziare gli interventi di politica economica voluti dal Governo” (Pressgiochi.it 8 febbraio 2019)

“Come associazione che rappresento portiamo all’erario il 70% di gettito erariale che viene fornito dal settore del gioco, ben 7 miliardi; presidiamo il territorio con un offerta di gioco pubblico che si impegna a contrastare la criminalità; rappresentiamo attività autorizzate legate ad oltre 3.200 imprese di gestione e a circa 78mila punti vendita. Circa 7mila persone sono impiegate dalle concessionarie rappresentate da Acadi anche se qui oggi vorrei rappresentare tutto il comparto del gioco legale”.

Lo ha affermato il presidente di Acadi, Geronimo Cardia durante l’audizioni in Commissione Lavoro al Senato della Repubblica che si è tenuta martedì su reddito di cittadinanza e quota 100.

“Gli aumenti di tassazione imposti oggi – spiega – sono arrivati al 21,6%, un livello incrementato negli anni in maniera sensibile per le macchine Awp.

Per le videolotterie l’aumento è ancora più visibile, si passa dal 2% ad oltre il 7%.

Questi aumenti non possono essere paragonati a semplici aumenti di tariffe come può essere per la benzina per il semplice fatto che vanno ad incidere sul margine. Questo determina una non stabilità del comparto, come detto dal Rapporto dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio di maggio 2018. Qui si evidenzia che i continui aumenti della tassazione stanno mettendo a rischio la solidità della filiera. Quindi, si mette a rischio la stabilità delle entrate derivanti dal gioco.

La nostra preoccupazione è quella di non riuscire ad aiutare a realizzare gli atti di politica economica perché questi continui aumenti fiscali stanno indebolendo la stabilità della filiera fino a rendere impossibile l’attività che stiamo svolgendo.

Non viene descritto inoltre l’impatto sul mercato della normativa del territorio. I distanziometri sono viziati da un errore tecnico. Sono talmente tanti i luoghi descritti come sensibili che su tutto il territorio delle Regioni si individuano solo aree coperte dal divieto. Questo comporta che ad una domanda di gioco, che esiste, interviene un’offerta di gioco illegale perché quella legale viene espulsa da questi divieti.

Se non riusciamo ad avere una stabilità del sistema concessorio non potremo più finanziare gli interventi di politica economica voluti dal Governo odierno”.

 

 

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