E il Tar fa riaprire le sale scommesse ( IL GIORNALE DI VICENZA AGOSTO 2012)

E il Tar fa riaprire le sale scommesse ( IL GIORNALE DI VICENZA AGOSTO 2012)

Vicenza. Il Tar riapre le sale scommesse. Il primo round della battaglia legale tra Comune e privati sulla diffusione di sale da gioco in città premia questi ultimi, seppur in via provvisoria. L’amministrazione comunale incassa il colpo e torna all’angolo, frastornata e arrabbiata. L’altro ieri il Tar Veneto si è pronunciato in via cautelare sul ricorso presentato dalla società Sicurgame che gestisce la sala scommesse IziPlay di corso San Felice. I giudici hanno accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento con il quale Palazzo Trissino aveva revocato l’agibilità all’esercizio dell’attività economica. La revoca era intervenuta dopo che il questore aveva rilasciato, invece, l’autorizzazione. Il Comune faceva però valere le norme urbanistiche – approvate dal Consiglio comunale – che non ammettono la presenza di sale da gioco o scommesse nelle vicinanze di luoghi sensibili, come scuole, chiese, strutture sanitarie, né dei siti protetti dall’Unesco. «Ora la sospensione della revoca – spiega il sindaco Achille Variati – consente alla sala scommesse di aprire i battenti» almeno fino all’udienza di merito che, all’inizio del 2013, dovrà dirimere la questione e portare alla sentenza di primo grado. Ed è pensabile che, a cascata, la stessa sorte toccherà «anche alle altre sale che abbiano presentato ricorso». È un colpo non indifferente per l’amministrazione che, pur sapendo di aver ingaggiato una battaglia legale difficile, conta di poter esercitare in pieno la propria autonomia garantita dalla Costituzione. «I giudici – spiega l’assessore agli affari legali Massimo Pecori – hanno optato per la sospensiva sostenendo che “la revoca non tiene conto del fatto che la questura ha rilasciato l’autorizzazione all’esercizio”. Ma è proprio il contrario di quanto sosteniamo noi: cioè che è la questura ad aver dato l’ok ignorando le norme urbanistiche comunali». Anche per questo il Comune ha impugnato davanti al Tar proprio quelle autorizzazioni della questura relative a cinque sale scommesse che violano le disposizioni urbanistiche. Intanto il sindaco Variati va all’attacco: «Non siamo per niente d’accordo – dice – sul fatto che la licenza del questore sia l’atto conclusivo di un procedimento. Lo Stato non è la Repubblica, ma è solo parte della Repubblica». Poi spara ad alzo zero: «Trovo scandaloso che lo Stato non si faccia alcuno scrupolo pur di incassare soldi sulla pelle dei cittadini e che ignori le sofferenze della famiglie alle prese con problemi legati alla ludomania, con beffa finale di spese per le cure sanitarie di queste persone malate. Addirittura si racconta di disposizioni “coperte” che inviterebbero i questori a rilasciare licenze per sale gioco proprio perché lo Stato ha bisogno di soldi». E conclude: «È mai possibile che in una città di 115 mila abitanti, dove i negozi e i supermercati chiudono, ci siano oggi  16 sale da gioco e altre 8 di nuove chiedono di aprire?».

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