12 Mag Speciale occupazione – “Acadi. Anche il derisking mina l’occupazione” (Intervista su Gioconews – maggio 2025)
Nel panorama economico italiano, il settore del gioco pubblico rappresenta una realtà di grande impatto anche in termini di occupazione e sviluppo.
Concessionari, operatori e lavoratori, soprattutto nel nel settore del gioco fisico, contribuiscono ogni giorno a garantire un’offerta regolamentata, sicura e trasparente, oltre a costituire, come spesso viene sottolineato, un argine concreto contro il dilagare del gioco illegale, generando posti di lavoro e risorse per l’economia nazionale.
Per approfondire il ruolo del comparto e le prospettive future abbiamo parlato con l’avvocato Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l’associazione che rappresenta i concessionari di giochi pubblici aderenti a Confcommercio.
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Lei ha spesso sottolineato come gli operatori del gioco siano considerati “incaricati di pubblico servizio”, con responsabilità analoghe a quelle di chi maneggia risorse pubbliche. Alla luce di questo status, secondo lei possono esserci delle ricadute in termini di tutela, formazione e riconoscimento professionale per i lavoratori della filiera del gioco pubblico?
La qualifica di incaricato di pubblico servizio pone gli operatori del gioco in un contesto normativo di persone specializzate e sulle quali l’ordinamento giuridico fa particolare affidamento per raggioungere numerosi interessi di natura pubblica. Di tale circostanza sarebbe opportuno che si tenga conto soprattutto in queste settimane cruciali per il riordino del comparto del gioco fisico. Al riguardo si pensi che la verticale distributiva degli apparecchi cuba circa 110.000 occupati FTE sui 140.000 dell’intero territorio (nell’intero comparto se ne contano 150.000).
La pressione normativa e fiscale – unita ai limiti orari e territoriali – ha contribuito a una contrazione dell’occupazione nel gioco fisico. Nell’ottica del riordino in corso, quali leve normative andrebbero attivate per tutelare l’occupazione senza rinunciare alla legalità e alla sostenibilità del comparto?
Si deve partire dalla chiarezza sul fatto che le limitazioni di orari si applicano solo agli apparecchi del territorio (non agli altri 30 prodotti ed all’altro canale distributivo), che anche per questo non vi è stata una tutela della salute (ma solo lo spostamento del problema), che le limitazioni di orari sono arrivate a vietare l’uso per 17 ore al giorno (rendendo impossibile qualsiasi attività economica) e che anche esse stanno concorrendo all’inesorabile riduzione del gettito erariale dell’intero comparto del gioco visto che la quota di apporto degli apparecchi è di gran lunga la più consistente.
Parliamo di derisking bancario, che obbliga gli operatori a chiudere o spostare attività per l’impossibilità di aprire o mantenere un conto corrente. In che misura questa pratica danneggia l’ecosistema occupazionale del settore?
Chiudere un conto corrente a chi per legge deve usare un conto corrente dedicato previsto dalla normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari e che, per lavoro, deve drenare denaro contante e riversarlo nel circuito bancario significa in sostanza non solo firmare un provvedimento di licenziamento in tronco per il destinatario della chiusura del conto (con ciò determinando perdita di posti di lavoro) ma significa anche indirettamente intralciare il sistema di contrasto al riciclaggio (come ormai chiarito da temo sia dall’Eba che dalla Banca d’Italia).
Nel quadro attuale di compliance e vigilanza antiriciclaggio, spesso si scaricano oneri stringenti sugli operatori e indirettamente anche sui lavoratori. Ritiene che ci sia oggi un equilibrio sufficiente tra gli obblighi imposti e la capacità, soprattutto delle piccole realtà, di farvi fronte senza ricorrere a tagli di personale o esternalizzazioni?
La compliance e la trasparenza sono leve di legalità e democrazia. Il concetto di proporzionalità è già previsto nelle norme che regolano gli adempimenti previsti dai sistemi di conformità aziendali per esempio nel diritto bancario. Andrebbe certamente implementato e declinato anche nell’ambito dell’ordinamento del gioco pubblico. Ma senza comprometterne il funzionamento o limitarne gli effetti benefici. Inoltre la tecnologia può fare moltissimo anche sotto questo profilo. Ma per fare investimenti, occorre stabilità. E per avere stabilità occorre che si esca del regime delle proroghe, peraltro eccessivamente onerose, attraverso l’eliminazione di distanze ed orari espulsivi e non idonei a curare o prevenire il GAP.