IL SENSO DELLA MISURA (GIOCONEWS MARZO 2014 )

IL SENSO DELLA MISURA (GIOCONEWS MARZO 2014 )

Le misure antislot sulle “distanze” adottate sul territorio non sono coerenti col Decreto Balduzzi.  Ecco perché.

Alcuni ritengono che le regole antislot sulle cosiddette “distanze da luoghi sensibili” introdotte da Sindaci o Governatori siano compatibili con le misure del cosiddetto Decreto Balduzzi.

Senza richiamare tutte le misure adottate dal legislatore nazionale, oggetto di specifica analisi pubblicata nel numero precedente, di seguito si tenta di dare evidenza delle ragioni per le quali i provvedimenti antislot, lungi dall’anticipare i contenuti del Decreto, piuttosto ne disattendono ratio e contenuti.

Primo aspetto. Il legislatore nazionale è orientato a perseguire l’obiettivo che sia operata una regolamentazione delle “distanze” che sia: (i) meditata per l’intero territorio nazionale – dunque non su una porzione comunale, provinciale o regionale – ; (ii) concepita a livello centrale attraverso articolazioni del Governo – dunque non a livello locale -.   La ratio della disposizione va ricercata nell’esigenza di rendere omogenea ed efficace l’azione regolatoria su tutto il territorio dello Stato evitando di coniare aree disomogenee.

Secondo aspetto. Il legislatore nazionale prevede espressamente che la partecipazione degli enti locali e territoriali a tale processo di regolamentazione delle “distanze” avvenga attraverso il meccanismo della Conferenza unificata, di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.  Dunque, non attraverso l’attribuzione di competenze legislative/regolatorie autonome ed indipendenti.  La ratio della disposizione va ricercata, in questo caso, nel fatto che le pure rilevanti esigenze del “territorio”, che solo sindaci e governatori locali possono interpretare al meglio, vanno si tenute in considerazione ma a livello di consultazione, per le da sempre emerse esigenze di unitarietà di trattamento.

Terzo aspetto. Il legislatore nazionale è espressamente orientato a prevedere le regolamentazioni di “distanze” solo con riferimento alle concessioni di giochi ancora da bandire alla data di entrata in vigore del Decreto medesimo.   Dunque, non anche alle concessioni già bandite, non anche alle realtà già esistenti.   La ratio ha origini plurime: (i) le realtà esistenti assicurano una copertura del territorio con offerta di gioco legale che consente di mantenere alta la guardia alla lotta alla criminalità organizzata; (ii) le realtà esistenti sono già state selezionate e contrattualizzate dallo Stato per assicurare la distribuzione del gioco legale, prevedendo specifiche regole di ingaggio, prelievi erariali più o meno anticipati: cambiare le regole del gioco in corsa potrebbe determinare più problemi di quanti se ne possano risolvere.    Colpire un intero comparto – quello dell’industria del gioco legale – nel pieno delle attività per il recupero degli investimenti fatti potrebbe creare ripercussioni non solo a livello industriale ma anche occupazionale e sociale.

Quarto aspetto, ultimo non certo per importanza.  La volontà del legislatore nazionale è quella di “regolamentare”.  Dunque, non di “vietare” la distribuzione del gioco legale sull’intero territorio.    Questo, che potrà anche apparire banale agli occhi di molti, rappresenta, in realtà, il cuore delle impugnazioni che gli operatori stanno portando all’attenzione dei giudici competenti con perizie sottoscritte da professionisti.   Accade, infatti, che, applicando alla lettera i provvedimenti antislot di Comuni e Regioni, non sia di fatto possibile distribuire gioco su nessuna parte del territorio comunale interessato.  E ciò perché o sono troppi i luoghi sensibili indicati o sono troppo ampi i raggi di interdizione di 500 o 300 metri imposti:  in sostanza i regolamenti antislot dicono di regolamentare ma in realtà vietano. Nonostante si presenti come centrale, tale aspetto ancora non ha trovato la giusta attenzione nelle sentenze che ad oggi sono maturate.

E allora che fare? Con determinazione occorre continuare a far presenti tali aspetti che, insieme ad altri pure rilevanti, potranno trovare la giusta considerazione o in sede giudiziale o, a questo punto auspicabilmente, in sede regolatoria per rendere chiare le regole del gioco degli operatori, come da sempre son chiare le regole dei giochi offerti ai giocatori.

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