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La regolamentazione del gioco pubblico ed in particolare di quello fisico rappresenta un tema complesso, con una molteplicità di attori istituzionali e una stratificazione normativa che genera conflitti, inefficienze e situazioni di autentico stallo. L'applicazione dei distanziometri e delle limitazioni orarie costituisce un aspetto chiave di un dibattito che coinvolge operatori del settore, enti locali, lo Stato centrale, le sue amministrazioni e le sedi giudiziali. Al centro deve rimanere l’obiettivo di un’autentica tutela della salute degli utenti. Questo articolo si propone di sintetizzare criticamente tali questioni, anche rinviando agli approfondimenti presenti nel volume pubblicato con Giappichelli "Il Gioco Pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali"....

In questo articolo mettiamo in evidenza un’importanze sentenza che ha stabilito che per ridurre gli orari di funzionamento ai soli apparecchi occorre che i Comuni in fase istruttoria dimostrino in fase istruttoria che è necessaria una misura focalizzata su un solo tipo di gioco e non su altri. Ma soprattutto è necessario che nella medesima fase istruttoria sia dimostrato che così facendo non si determinano rischi di riversamento della domanda su altri giochi, su altri canali distributivi o sull’illegalità. ...

In questo articolo torniamo a parlare del valore vincolante dei principi dell’Intesa del 2017, nonostante essa non sia stata formalizzata per la nota mancata emissione del relativo decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ricordarlo è importante perché tra i principi che essa pone vi è il limite massimo di ore di divieto (sei al giorno) che possano essere imposti agli operatori, per la valutazione dei provvedimenti comunali sugli orari. Ed è importante perché vi è altresì il principio della presenza capillare sui territori, per i giudizi sui distanziometri regionali. Oggi infatti sono molti i limiti orari che eccedono il limite delle 6 ore al giorno di divieto e sono sostanzialmente tutti i distanziometri che di fatto vietano la quasi totalità dei territori. Ne parliamo cogliendo lo spunto da una recente importante pronuncia dei Giudici amministrativi....

E' stato pubblicato sulla rivista Public Utilities, network Maggioli Editore, l'articolo dell'Avv. Cardia dal titolo "Società partecipate pubbliche e compliance antiriciclaggio ex D.Lgs. 231/2007: adempimenti, indicatori di anomalia e sistemi integrati di conformità aziendale con Modelli Organizzativi ex D.Lgs. 231/2001” che reca i contenuti aggiornati del position paper che è stato presentato e pubblicato in occasione delle edizioni del Salone Antiriciclaggio degli ultimi anni....

Commentiamo oggi una nuova sentenza che rimette al centro l’esigenza di superare i cortocircuiti istituzionali sulla gestione della tutela salute degli utenti. Per i Giudici in questo caso i distanziometri sui territori previsti per i soli apparecchi devono applicarsi anche alle scommesse, anche superando il dato letterale della norma, altrimenti, dicono, si porrebbe una questione di legittimità costituzionale per violazione della tutela della salute. Il passaggio, fondamentale, è utilizzato però per ampliare le limitazioni poste, non per cassare quelle viziate concepite dai legislatori dei territori. Come uscirne? Giudizi amministrativi e tavoli tecnici istituzionali hanno la possibilità di dare una vera tutela dell’utente. Ma anche la via giudiziale, percorribile tra l’altro anche dalle Istituzioni, potrebbe dare il giusto impulso al superamento delle contraddizioni. Lo diciamo anche nel libro “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali” edito da Giappichelli....

In questo articolo mettiamo evidenza come da un altro paradosso emerso in questi giorni emerga l’esigenza di una regolamentazione concreta e sostenibile, tenendo conto della reale necessità di tutelare gli utenti. In questo caso sembra che sia stato creato un luogo sensibile appositamente per non consentire l’installazione di un punto di gioco. Anche questa volta le contraddizioni sono diverse anche se sorgono con la buona intenzione tutelare la salute. E’ forse il momento di superare alcune architetture suggestive. Oltre a questo, che da solo rappresenta un cortocircuito rilevante, rappresentiamo quello relativo alla struttura dei costi imposti dalla legge agli operatori per continuare ad operare in questo regime di instabilità. Si tratta di una struttura dei costi che non tiene conto delle fondamenta della situazione attuale....

In materia di limitazioni di orari di funzionamento del gioco, la giurisprudenza, da un lato, ricorda i principi di proporzionalità e di verifica della presenza di un’adeguata istruttoria aderente alle esigenze dei territori specificamente interessati, dall’altro, però all’atto pratico finisce spesso per concludere che la tutela della salute prevale sull’iniziativa privata. La questione in realtà è mal posta in quanto ciò che gli operatori mettono sul tavolo da anni non è la tutela dell’interesse privatistico, che pure rappresentano, ma la più ampia tematica, da un lato, dell’inidoneità delle misure impugnate a produrre risultati in termini di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo e, dall’altro, della loro capacità di determinare effetti collaterali nefasti ed indesiderati su altri interessi pubblici, non privatistici. ...

Si tratta di un altro corto circuito, registrato questa volta in giurisprudenza, in merito ai divieti di fasce orarie giornaliere che portano a 17 su 24 le ore di interdizione della distribuzione degli apparecchi sul territorio. La sentenza analizzata è un pretesto per affrontare il tema articolato che riguarda diversi Comuni, non solo quello di Venezia del caso specifico. Anche Varese e Busto Arsizio che hanno da poco previsto 18 ore di divieto per i soli apparecchi. Il caso esaminato dimostra l’esistenza di una convinzione di fondo di ritenere siffatte misure idonee a tutelare la salute degli utenti. Ma come dicono gli esperti in materia sanitaria e dimostrano i numeri, così non è. Occorre superare i pregiudizi, chiarire gli equivoci affrontando senza ipocrisie le questioni di fondo e mettere a terra i giusti strumenti per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo. In definitiva si impone una soluzione o in sede di Tavolo Tecnico o in sede giudiziale: è un diritto non degli operatori ma degli utenti. ...

In questo articolo affrontiamo il tema della proroga tecnica imposta agli operatori dallo Stato perché impossibilitato dalla questione territoriale delle norme regionali a fare le gare per l’assegnazione delle concessioni scadute da anni. Oltre a questo, che da solo rappresenta un cortocircuito rilevante, rappresentiamo quello relativo alla struttura dei costi imposti dalla legge agli operatori per continuare ad operare in questo regime di instabilità. Si tratta di una struttura dei costi che non tiene conto delle fondamenta della situazione attuale....

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