Regione Lazio, moratoria tecnica, revirement responsabile e riordino – GERONIMO CARDIA (PRESSGIOCHI LUGLIO-AGOSTO 2021)

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Regione Lazio, moratoria tecnica, revirement responsabile e riordino.

Riguardo al distanziometro espulsivo della Regione Lazio imposto a febbraio 2020 anche alle realtà pre-esistenti del gioco pubblico ci sono due punti determinanti per assicurare anche dopo agosto 2021 la permanenza dei presidi dei territori con un’offerta pubblica di gioco misurata e controllata che argini l’espansione dell’offerta illegale.

Uno a brevissimo termine, imprescindibile ma non risolutivo, quale quello del riconoscimento della moratoria da parte della stessa Regione Lazio prima dell’entrata in vigore dell’effetto espulsivo decretato a febbraio 2020 all’alba di agosto 2021.

Riguardo a questo aspetto si deve ricordare che nei mesi scorsi vi è stata una serrata campagna di sensibilizzazione che ha visto schierati come un sol uomo lavoratori, imprese ed associazioni del territorio e nazionali.   La campagna di sensibilizzazione si è svolta peraltro anche nel periodo in cui ogni argomento inerente al comparto era sistematicamente e comprensibilmente inghiottito dal vortice dell’ingiustamente prolungata chiusura di gran parte del comparto con la motivazione del contrasto alla pandemia.

Alle iniziative di sensibilizzazione hanno partecipato non solo studiosi nel campo dell’economica, del sociale, della sicurezza, della ricerca scientifico-sanitaria ma anche esponenti di diverse realtà regionali che pure avevano trovato il modo di uscire brillantemente da un’analoga situazione di stallo decisionale confermando prioritariamente il contrasto al DGA ma allo stesso tempo misure ad impatto concretamente sostenibile facendo salve le realtà preesistenti.    E’ il caso della Regione Puglia, a guida del Presidente Emiliano, protagonista di un autentico revirement consapevole operato a seguito di un dibattito serrato avviato dopo l’auto imposizione di una sospensione dell’entrata in vigore del primordiale distanziometro espulsivo, finalizzata tra l’altro a verificare la effettiva presenza delle criticità tecniche denunziate dagli operatori.   Ed è il caso della Regione Campania, a guida del Presidente De Luca, che ha finito per regolare un distanziometro limitato nei parametri con l’obiettivo che fosse sostenibile a differenza di quelli preesistenti, individuando una serie importante di politiche attive finalizzate a contrastare il disturbo da gioco d’azzardo e ad assicurare il decoro urbano.

Ed è poi di questi giorni il dibattito politico regionale che è scaturito e che vede il decisore impegnato a ragionare sull’importanza del riconoscimento di una moratoria.   Sono molte le audizioni presso le commissioni interessate, in cui, tra l’altro, è stato rappresentato quanto fosse importante affrontare il tema con concreta obiettività.    In particolare, c’è un filo conduttore del ragionamento politico sotteso alla moratoria idoneo a contribuire ad un dibattito piano ed ordinato.

E’ chiaro che la Legge della Regione Lazio del 27 febbraio 2020 ha introdotto i parametri del distanziometro estendendoli alle realtà ed ai lavoratori preesistenti, ma è altrettanto chiaro che con lucida consapevolezza abbia assegnato agli stessi operatori del gioco pubblico il tempo materiale di organizzarsi e delocalizzarsi, individuando in 18 mesi la misura adeguata di tempo necessaria e così la data dell’entrata in vigore per fine agosto 2021.

Oggi, che si è chiamati a riflettere su tale misura, non si può omettere di considerare che circa dieci giorni dopo l’emanazione della legge e l’introduzione dei suoi principi è intervenuto il lockdown pandemico che ha serrato il comparto del gioco pubblico per oltre 13 mesi su 16, lo ha messo letteralmente in ginocchio ed ha reso in concreto impossibile una qualsiasi forma di riorganizzazione, invece concepita alla radice della ratio della norma in esame.   Per inciso non è poi questo il contesto in cui affrontare i due grandi temi che minano la legittimità del distanziometro, del tempo assegnato per la delocalizzazione e delle loro ratio e che essenzialmente come noto consistono nel fatto che il distanziometro è in concreto sostanzialmente espulsivo (con la conseguenza che non ci si possa di fatto spostare quasi da nessuna parte) pe nel fatto che anche se vi fosse posto dove potersi spostare vi sno tante realtà per le quali esistono ragioni oggettive che ostano in radice la possibilità di spostamento..

Rimanendo sul solco del tempo assegnato dalla legge regionale per la riorganizzazione degli operatori preesistenti colpiti, c’è un altro aspetto che il decisore oggi non può omettere di considerare.   Il combinato disposto della crisi economica generalizzata, da un lato, e dei disagi sulla salute mentale di noi tutti cittadini per via degli effetti delle limitazioni subite per la pandemia (sono troppi ormai gli episodi estremi che le cronache ci consegnano e finalmente si comincia a parlare di un piano nazionale per la salute mentale post Covid), dall’altro, impedisce di assumere atteggiamenti ideologici ed impone di guardare responsabilmente in faccia la realtà.   Se a questi profondi e diffusi disagi (materiali e di salute) si aggiunge un provvedimento di chiusura definitiva ad agosto2021 si deve avere la consapevolezza della presenza di una miscela esplosiva di disperazione per le imprese, per i loro lavoratori ed in concreto per le 16.000 famiglie che riguardano il comparto del gioco pubblico.

A ciò si aggiunga che l’esplosione del disagio innesca a sua volta la minaccia concreta dell’espansione dell’offerta illegale e dell’infiltrazione della medesima sui territori, per rispondere ad una domanda di gioco che comunque esiste.  Basterebbe richiamare l’allarme previsto con saggezza dall’allora capo della Polizia Franco Gabrielli, le note sempre puntuali di Cafiero de Rhao – Procuratore Nazionale Antimafia del 2017 – ed i dati a consuntivo (a dicembre 2020 per esempio ma anche dopo) presentati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente regolatore del gioco, con le attività svolte anche in tandem con il COPREGI, il comitato per la repressione del gioco illegale che vede uniti nel contrasto al gioco illegale appunto Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza.

Per questo nella valutazione dell’opportunità del riconoscimento della moratoria non è il momento di lasciare in campo le ormai note ideologie.    Non è il momento di fare una battaglia politica contro il gioco o a favore del gioco.    Occorre guardare in faccia la realtà.    E riassegnare i soli 13 mesi di chiusura già imposti dal lockdownnon è sufficiente perché il comparto deve ritrovare le forze per ripartire, da un lato, e deve riuscire a restituire ai territori il presidio di legalità con l’offerta pubblica, dall’altro.

Non va mai dimenticato che, almeno in questo caso, per distruggere basta una riga di un articolo di legge ma per ricostruire occorrono mesi e mesi di duro lavoro: per questo servono almeno 24 mesi prima che il distanziometro possa entrare in vigore per le realtà esistenti.

Il tempo poi sarà utile per comprendere, per valutare, per insistere, per affinare, per discutere in modo che sia assicurato ai cittadini il massimo servizio con un concreto contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, da un lato, ed una misura che si riveli oltre che efficace allo scopo anche sostenibile ed attuabile, dall’altro.

Ma come si diceva c’è un altro punto che riguarda questa volta non solo il distanziometro della Regione Lazio ma anche  tutti gli altri distanziometri delle Regioni e delle Provincie Autonome che non hanno operato il responsabile revirement).    Questo punto, inseguito da anni, non sembra nonostante le dichiarate intenzioni neanche questa volta poter essere in concreto un punto a breve termine, nonostante in realtà debba esserlo.    Ma si tratta, ormai è cosa nota, di un passaggio imprescindibile e questa volta chiaramente risolutivo se strutturato adeguatamente.    Si tratta della finalizzazione del riordino nazionale ed in questo la ritualizzazione di uno strumento, tutto ancora da verificare, che si riveli efficace per il superamento della questione territoriale in generale e dunque anche del Lazio.

Ma questa è un’altra storia. Fatta di annunci, di intenzioni, di ostacoli da superare. E che dovrebbe, almeno nelle aspettative, vedere la parola fine entro la fine dell’anno (ennesimo di attesa).

 

Roma, 23 giugno 2021

Geronimo Cardia



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