PRESENTATO IL LIBRO BLU 2021, tutti i valori del settore giochi hanno registrato una crescita rispetto al 2020 – Jamma novembre 2022

“A noi fa piacere mettere in evidenza quanto l’illegalità nel gioco sia un nemico comune all’Agenzia, alle persone, agli operatori e allo Stato. Ognuna di queste categorie, infatti, svolge ogni giorno la propria attività per combattere gli illeciti. Gli investimenti fatti in questo campo sono veramente mastodontici rispetto a quelli effettuati da altri comparti.

La ragion d’essere del mercato regolamentato dei giochi è proprio contrastare, nell’offerta e nella collaborazione con le Istituzioni, il gioco illegale ed irregolare. Ed evitare rischi di sfruttamento dei consumatori continuando a proporre forme di intrattenimento basate su corretta informazione, tutela delle fasce deboli e certezza.

I concessionari investono molto nella compliance ed in sistemi di controllo delle filiere sempre più approfonditi.

La collaborazione, anche tecnica, con le Istituzioni resta un obiettivo primario, per comprimere al massimo un fenomeno che interessa diversi prodotti di gioco fino a contabilizzare –in nero –svariati miliardi di euro.

Il riordino?
Sono 10 anni che il legislatore, ad ogni legge di bilancio, dice che verrà fatto, immancabilmente però ogni sei mesi il termine scade e si torna al punto di partenza.

La domanda di gioco cambia lentamente, ancora oggi è estesa negli esercizi generalisti – con gli apparecchi a piccola vincita e le lotterie – pur consolidandosi le sale specializzate e il gioco a distanza.
Oggi abbiamo, tenendo conto delle diverse sovrapposizioni, oltre 50.000 esercizi “generalisti” ed oltre 10.000 sale dedicate al bingo, alle scommesse e agli apparecchi da gioco. E di questo la
riforma certamente dovrà tenere conto in ottica di equilibrio.
È essenziale registrare correttamente le tendenze di consumo, evitare l’ulteriore diffondersi di soluzioni di prevenzione che si dimostrano inefficaci ed assicurare, ora e per il futuro, una distribuzione corretta, dalla quale derivare gli asset economici che saranno oggetto dei futuri affidamenti.
Servono sicuramente uno sviluppo equilibrato dell’offerta generalista e specializzata, e una lotta senza quartiere alla questione territoriale.
Questo, infatti, è un problema enorme.
Le norme –ha chiarito il presidente di Acadi– contengono un errore tecnico. Benché ci sia l’ottima intenzione di ridurre l’offerta, per come sono scritte queste distanze si vieta il gioco sul 99% del territorio.
Bisogna quindi tirare giù il muro dell’ipocrisia, la questione territoriale, intesa come errore tecnico urbanistico che impone il divieto sulla sostanziale totalità dei territori, va rimossa senza se e senza ma.
E ciò per effettuare le gare.
Altrimenti inattuabili per diretta ammissione del Consiglio di Stato e del MEF”.

E ancora Cardia ricorda: “Non si può dimenticare che le concessioni e le filiere distributive sono condotte da aziende, che hanno bisogno di conti in ordine, anche sulla base di precetti convenzionali.
Il periodo di ulteriore, necessaria durata delle concessioni nelle more del riordino deve essere programmato dal legislatore tenendo conto delle perdite subite nei periodi passati di emergenza COVID e dell’esigenza di un equilibrio economico e finanziario degli affidamenti, evitando di disincentivare con oneri irragionevoli l’esercizio delle attività di impresa nel settore.
L’onerosità non può prescindere dallo stato di crisi generalizzato (caro energia e gas)e specifico del settore (impossibilità di ribaltare gli aumenti di prezzi anche per inflazione).
Il legislatore e le autorità di regolazione – ha evidenziato Cardia – devono tenere conto dell’impasse venutosi a creare nei rapporti tra operatori bancari e finanziari nel settore del gioco: ne va della sua continuità o, almeno, del suo corretto funzionamento.

Aldilà di considerazioni etiche – che riguardano solo una piccola parte dei rapporti – è urgente unire gli attori competenti per riscrivere alcune regole applicabili agli operatori di gioco regolamentati, tali da semplificare i rapporti tra di essi e gli operatori bancari e finanziari e tornare a corretti rapporti economici in questo campo.
Non dimentichiamo che gli operatori di gioco generano il contributo di segnalazioni antiriciclaggio maggiore tra gli operatori non finanziari (quasi il 7%) e che sono– ad oggi gli operatori della filiera degli apparecchi, nel prossimo futuro auspichiamo tutte le filiere –iscritti ad appositi registri dell’Agenzia, potendo rapidamente sviluppare sistemi informativi utili alla semplificazione.

La tassazione e la riduzione degli aggi – ha spiegato infine presidente di Acadi – erano insostenibili per l’Ufficio parlamentare di bilancio già dal 2018, ancor prima dei numerosi successivi aumenti.

La fase di sofferenza di alcuni prodotti di gioco, anche dopo le chiusure del periodo di emergenza pandemica, suggerisce un ripensamento delle forme di prelievo, utile a potenziare la capacità di concorrenza dei prodotti legali.
La tassazione “sul margine”(la differenza tra somme giocate e somme vinte) oggi adottata per le scommesse sportive e di giochi online potrebbe essere utilmente studiata per gli apparecchi da intrattenimento, garantendo una maggiore dinamicità di offerta, utile anche in termini competitivi tra operatori.
Per concludere: che il nuovo Governo possa proseguire nell’azione del precedente per portare a compimento questo dossier di priorità centrali tutte legate a corto circuito dell’ordinamento giuridico che solo lo stesso ordinamento giuridico può risolvere, con il lavoro a sistema tra ADM, MEF e volontà politica”.

Geronimo Cardia

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