Verso una nuova normalità ma lo Stato sia presente. Equiparare il gioco alle altre attività commerciali

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Intervista temi associativi.

 

  1. Come stanno vivendo gli esercenti questo momento di lockdown e come si stanno organizzando per la ripartenza?

Io credo che sia di interesse chiedersi come stiano vivendo questo momento non solo gli esercenti ma tutti gli operatori del comparto di tutte le verticali distributive del comparto del gioco pubblico e dunque dal bingo alle slot e Vlt, dalle scommesse alle lotterie del mondo degli esercizi specializzati e degli esercizi generalisti.

In primo luogo gli operatori hanno rispettato le regole sino all’ultimo adempimento necessario per chiudere come imposto dalle misure del lockdown, mettendo prioritariamente in sicurezza utenti e lavoratori.

Il Comparto ha poi stimato e valutato il danno in 750 milioni di euro di perdita al mese di gettito erariale e in 600 milioni di euro di perdite al mese di ricavi.

Gli operatori hanno fatto squadra per individuare le leve per il sostegno alla liquidità delle imprese siano esse concessionarie che di filiera sia per i pagamenti da rinviare sia per gli ammortizzatori sociali da poter utilizzare.

Ma il tema centrale è e resta la riapertura che ancora fa soffrire il sistema.   Anche per questo il Comparto ha bene fatto squadra per chiarire a tutte le istituzioni tecniche e politiche che, per le caratteristiche strutturali degli ambienti dell’offerta di gioco e per le ulteriori misure di sicurezza adottande, si sia equiparabili in tutto e per tutto ai negozi commerciali. Un segnale positivo al riguardo c’è, posto che non è un caso che il Governo abbia già espressamente regolato la distribuzione de gioco pubblico nell’ambito dei locali già autorizzati alla apertura (come ad esempio le tabaccherie).

 

  1. Ritenete sufficienti le misure adottate fino ad oggi a tutela delle imprese pensando alla vostra categoria?

Lo sforzo è apprezzato certamente, tenuto conto della dimensione planetaria, ma va detto che occorrono molte cose ancora.

In primo luogo si vuole sperare che non si debba lottare anche in questo momento anche con le solite infondate spinte meramente proibizionistiche.

In secondo luogo, è evidente che i provvedimenti sulla riapertura parziale del comparto vanno rivisti alla luce di una valutazione del medesimo come un sol uomo per le caratteristiche strutturali che lo contraddistinguono.

Inoltre, le prime misure economico finanziarie varate per il sostegno alla liquidità devono ritenersi limitate ad una primissima fase emergenziale che certamente non può considerarsi esaurita.

Infine, l’ordinamento giuridico del gioco pubblico, come tutti sanno ha e continua ad avere ampie sacche di inefficienze e lacune determinate da sempre più numerosi corto circuiti istituzionali e normativi più e più volte rappresentati e si pensi ad esempio alla questione territoriale e al riordino. Si tratta di inefficienze e lacune che inevitabilmente devono trovare una soluzione.

 

  1. Quali sono le vostre richieste nei confronti del governo e le priorità per favorire la ripresa e tutelare gli esercenti del gioco legale?

Innanzi tutto occorre che per la riapertura sia velocemente e senza pregiudizi applicato anche alle sale il concetto già acquisito della equiparazione ai negozi commerciali, superando un imprecisato e non condivisibile rinvio sine die.  Su questo mi sento di fare un plauso a tutte le forse rappresentative che con le specificità di ciascuna hanno dimostrato grande senso di responsabilità con la produzione del Manifesto dell’equiparazione della riapertura del comparto alla riapertura dei negozi commerciali.  Si tratta di un primo esempio di funzionamento di una Consulta che, chi mi conosce sa, amerei vedere e qualificare come Permanete sui temi centrali del Gioco Pubblico. Ed alla quale dobbiamo e possiamo lavorare tutti consapevoli della sua importanza ma solo con regole chiare e su percorsi di intesa trasparenti e condivisi.

Una volta conquistata la riapertura, in massima sicurezza naturalmente, occorre mettere mano ai pilastri della ripartenza che sono di natura economico finanziaria e strutturale.

Le misure economico finanziarie che ci si aspetta sono rappresentate da misure di ulteriore sostegno alla liquidità tra cui certamente  l’estensione ad un periodo anche successivo alla ripartenza e almeno fino alla fine dell’anno sia della ricorribilità agli ammortizzatori sociali sia del rinvio dei pagamenti, delle loro rateizzazioni e dei relativi calcoli su basi effettive e non in acconto.

Si registra poi la necessità del contenimento della tassazione del gioco per dare respiro ai margini delle attività delle imprese del Comparto.

Infine, le misure strutturali, che non potranno essere differite perché anch’esse idonee ad incidere negativamente sull’equilibrio finanziario se non adottate, attengono alle iniziative volte a restituire stabilità al comparto come la definitiva soluzione della questione territoriale (non bastano più i giusti ripensamenti di 8 regioni su 21 realtà del territorio), la previsione di seri strumenti di effettivo contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, quali il registro di esclusione così come altri strumenti tecnologici, implementabili solo a stabilità di comparto acquisita, per l’ovvia ragione della tenuta degli investimenti necessari,  da raggiungersi tra l’altro con un percorso ordinato di gare.

 

  1. Avete delle stime sull’impatto di questa emergenza sulle imprese in termini economici e occupazionali?

Diversamente i problemi economici vanno parametrati ai dati sopra esposti (in 750 milioni di euro di perdita al mese di gettito erariale e in 600 milioni di euro di perdite al mese di ricavi) considerando che stiamo completando il secondo mese di chiusura.

I posti di lavoro a rischio sono tanti. Ricordo i dati del Primo Rapporto sul Gioco Pubblico che abbiamo presentato in Confcommercio ed i dati poi trasfusi nel Manifesto firmato da tutte le sigle per a riapertura cui ho fatto cenno prima. Si parla di decine di migliaia di posti di lavoro.

Roma, 27 aprile 2020
Geronimo Cardia



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